The Collection di Barry White, anno 1988, è la prima musicassetta che ho ascoltato a loop della mia vita. A loop perché era quella che stava dentro la Ford Sierra bianco panna, 5 porte, di mio padre – 5 porte non è un dettaglio da trascurare, poi capirete perché. Penso una delle poche auto della storia uscita dal concessionario e tornata praticamente identica quando l’ha venduta almeno 14 anni più tardi.
Aveva la fissa delle auto mio padre, non so se esiste un nome per chi è un grande amante delle macchine, quella è una delle qualità che non ho ereditato.
Dentro la Ford Sierra bianco panna di mio padre non si poteva: mangiare, giocare, chiacchierare, muoversi, fare scherzi alla sorellina piccola, toccare il finestrino, alitare sul finestrino, disegnare sul fiestrino, mangiare caramelle, mangiare chewingum – dopo quella volta in cui per buttarne uno ho aperto lo sportello in corsa – mettersi in ginocchio sul sedile al contrario, erano vietate anche le varie ed eventuali, tipo la sosta per fare pipì finché non trovava una piazzola che soddisfacesse i suoi gusti, anche gli autogrill non erano adatti certe volte.
Quando ha venduto la Ford Sierra si è comprato una Ford Focus station wagon, grigio metallizzato – era un tipo abitudinario.
La Ford Focus station wagon di mio padre era sempre perfetta, profumava di nuovo anche se aveva 12 anni. La tappezzeria era nuova e nessun dettaglio tradiva l’età dell’auto, la curava in ogni piccolo particolare come la luce della plafoniera – non so se si chiama così la luce che si accende quando si apre lo sportello della macchina, facciamo di sì. Beh, la luce della plafoniera è stata nell’ordine blu nightclub e rosso inferno.
Al posto dell’accendisigari c’era sempre il caricabatterie del navigatore, navigatore che era h24 attaccato al parabrezza, spento. Nello stereo c’era l’immancabile The Collection di Barry White riversato su CD.
Non me la faceva mai guidare la sua Ford Focus station wagon, diceva che non avrei saputo regolarmi con le dimensioni, neanche in caso di ampio parcheggio.
Una volta però l’ho guidata. L’ho riportata a casa.
Lui non se lo aspettava.
La Forf Focus station wagon grigio metallizzato di mio padre quel giorno era in disordine, c’erano macchie di cenere sui sedili.
Appena mi sono seduta alla guida ho capito che lui la puliva con cura ogni volta che ci aspettava, me e mia sorella. Quando sapeva di vederci.
In quel momento mi sono resa conto che c’erano aspetti di mio padre di cui ero completamente all’oscuro. Mi sono sentita persa.
L’esate di cinque anni fa, quella in cui mio padre ci ha lasciate avevo cominciato a scrivere una storia, parlava di lui.
L’ho lasciata in sospeso. La mia auto non è ancora in ordine.
Oggi avrebbe compiuto 56 anni. Manca.