Ieri sera sono andata a vedere Nessuno di salva da solo di Sergio Castellitto, film ripreso dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, l’ho trovato bellissimo, vero e assolutamente perfetto. Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca sono straordinari, stavo cercando le parole giuste per far capire quanto mi sia piaciuto il film ma non ne ho trovate di belle come quelle usate da Paola Casella, eccole:
Con onestà di racconto Castellitto e Mazzantini si buttano a capofitto dentro il dolore vivo del disfacimento di una storia d’amore senza mai abbassare lo sguardo, o nascondere la testa. L’unica concessione “cinematografica” è la velocità di montaggio (di Chiara Vullo) che taglia senza esitazione i tempi morti lasciando che sia la vita a narrarsi e mostra simbolicamente l’accelerazione improvvisa di certi scontri. E poiché una crisi coniugale è anche spesso una sequela di frasi fatte e insulti coloriti questa volta la penchant declamatoria di Margaret Mazzantini funziona in sceneggiatura: perché ogni passo della via crucis che la coppia attraversa porta incisa una didascalia dolorosa. È difficile ammetterlo, data la confezione rifinita e glamour del film, ma c’è una verità di fondo, una genuinità di ispirazione anche dietro il più scontato dei cliché che si raccontano e la più banale delle discussioni, buche di percorso in cui cadono quasi tutti, e quasi tutti allo stesso modo. […] Ciò che salva, per parafrasare il titolo, è lo sguardo dritto, e Castellitto saggiamente fa lavorare gli occhi di Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca, che sostengono con molta grazia e molta aderenza al vero i loro personaggi, Scamarcio interpretando “il cazzone” (non essendolo) con più frecce al suo arco di quanto la sua apparente inconsistenza riveli, e Trinca regalando intensità e pudore ad una donna ferita tanto profondamente da non poter guardare in faccia il suo dolore.
Ho trovato bellissima e azzeccata una delle canzoni della colonna sonora del film: The tower of song di Leonard Cohen. La sto ascoltando da stamattina ^.^